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La tua valigia è li sul pavimento,
ricordo il giorno quando l'hai portata, settimo piano, quante scale eppure quanto ero contento, mentre scendevo quel mattino per aprirti la mia porta. Entrasti come arriva un uragano, successe come quando passa il vento, ma io non ti capivo non ho mai capito niente, quel mondo che creavi intorno a me sembrava solo strano. Ma ieri sera quando son tornato c'era un silenzio che gelava il cuore, era un deserto, un luogo abbandonato, piu niente intorno, piu nessun rumore, ed inciampai nell'ombra di me stesso, in quella casa c'era tutto a posto, sulla valigia chiusa avevi messo due righe: «Vengo a prenderla alle tre». ..................................................................... È ancora notte ed io mi son svegliato, è strano risvegliarsi di traverso in questo letto grande, grande, troppo grande, grande come un prato, dove mi sento solo come un cane, stupido e disperso. La tua valigia è li sul pavimento e odio la sua lunga ombra scura, è quasi l'alba nasce dietro le persiane un mondo di cemento e questo giorno che ora nasce piano piano sì mi fa paura. E quando un uomo scopre sul suo viso lacrime calde chiare di bambino, tutto l'orgoglio muore all'improvviso, mi alzo ad un tratto vado a un tavolino e su quel foglio gocce di sudore, gocce di pianto pochi segni scuri, ogni parola è un grido di dolore, ti chiedo scusa torna a casa amore, ti chiedo scusa torna a casa amore. |
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